Quella volta che il Vespucci uscì  a vela dal Mar Piccolo di Taranto

Quella volta che il Vespucci uscì a vela dal Mar Piccolo di Taranto

 

Un’impresa leggendaria

Una delle imprese più note di Agostino Straulino, al  comando del Vespucci  fu sicuramente l’attraversamento del canale navigabile di Taranto  a vela.

l’impresa, da allora mai più ripetuta, che ormai, scomparso da 13 anni il suo artefice, ha acquisito un carattere più che storico, leggendario, avvenne il 14 maggio del 1965.

Lui , per la verità non la considerò mai una cosa straordinaria,  ” condizioni favorevoli, ottimo equipaggio” soleva ripetere quando qualcuno rievocava l’impresa.

Dice l’Amm. Garampi, all’epoca comandante in seconda del Vespucci ” Straulino ci pensava da giorni a tentare di uscire a vela, ma si rendeva conto che aveva bisogno sopratutto del vento giusto. E la mattina della partenza, quel vento era arrivato: una tramontana secca , vento rarissimo da quelle parti, che ci consentì di issare le vede e di uscire dal Mar Piccolo in modo abbastanza facile” (1)

” Quella mattina a bordo c’era anche Giancarlo Basile, all’epoca tenente di vascello Era andato a rendere omaggio al Comandante e lui lo aveva invitato sul Vespucci per farsi un’uscita. Basile oggi racconta così quella straordinaria giornata:

“Alle otto in punto salivo sul barcarizzo del Vespucci, ormeggiato alla banchina torpediniere in Mar Piccolo. C’era già un gran trambusto a bordo per i preparativi: in particolare il nostromo era indaffaratissimo con un’ancora di speranza rizzata da sempre al coronamento, che il Comandante aveva voluto pronta a essere data fondo, con un grosso cavo torticcio ben abbisciato sul cassero, ciò che mi meravigliò non poco. Soffiava una forte e gelida tramontana che credo sfiorasse i trenta nodi. Mentre pensavo a cosa mai il Comandante volesse fare con quell’ancora, di colpo mi si accese una lampadina: ma certo, con quel vento che spirava dritto in poppa in uscita dal Mar Piccolo, Agostino Straulino non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di attraversare il canale navigabile a vele spiegate. E un’ancora data fondo di poppa poteva servire nel caso qualcosa non fosse andata come previsto. Me lo confermò subito dopo lui stesso, quando lo incontrai in Sala Consiglio, dove era apparecchiato per la prima colazione, alla quale mi invitò a fargli compagnia.

foto n. 1 l’ancorotto a poppa

Aveva un suo piano studiato nei minimi particolari, che volle confidarmi, cosa di cui mi sentii molto onorato: era la conferma che gli stavo ‘simpatico’, per usare il suo aggettivo preferito”.

Durante la colazione il Comandante comunica a Basile che toccherà proprio a lui l’incarico di ufficiale di guardia nella prima parte della navigazione. “Presi a ripassare mentalmente gli ordini che bisogna saper dare per governare un veliero stracarico di manovre correnti, cercando di ricordare ciò che avevo appreso da allievo e da aspirante guardiamarina nel corso di tre campagne addestrative su quella nave, una decina d’anni prima”.

Con molto anticipo sull’orario di apertura del ponte girevole, viene battuto il posto di manovra. “Furono mollati i cavi d’ormeggio di poppa e si iniziò a virare l’argano per salpare l’ancora, che tuttavia risultò incattivata. Il Comandante aveva evidentemente previsto anche questa evenienza, ecco perché aveva cominciato le operazioni con tanto anticipo. Dovettero intervenire i palombari per mettere in chiaro l’ancora, ci volle un’ora buona. Mancava ancora più di mezz’ora all’apertura del ponte quando, finalmente liberi, ci portammo a motore più sopravento possibile, a qualche decina di metri dalle colture dei mitili di cui il Mar Piccolo abbonda.

foto N.2 la rotta seguita per l’uscita

Venne battuto il posto di manovra alla vela. In men che non si dica i gabbieri salirono a riva su per le griselle del trinchetto e mollarono i gerli di tutte le vele, dal controvelaccino al trevo. La nave era così pronta a essere invelata all’ordine e si presentava perfettamente allineata col canale navigabile”

Foto n.3 Il vespucci invelato avanza spinto dalla tramontana fresca,sono state bordate le vele dell’albero di trinchetto, il trevo di maestra , la randa, la trichettina e due fiocchi, in tutto quindi 10 vele, la nave acquista velocità fino ad arrivare a 8 nodi.

Ma il ponte è ancora chiuso. “Con le vele del trinchetto imbrogliate ci si avvicinava a quattro nodi, in dieci minuti saremmo stati lì… E se fosse rimasto chiuso? Ce l’avrebbe fatta l’ancora di speranza preparata a poppa a fermare le quattromila tonnellate del Vespucci? Ma ecco che il ponte cominciò ad aprirsi.

Foto n. 4 Apertura del ponte girevole in una foto di repertorio degli anni ’60

In quel preciso momento il Comandante ordinò di mollare gli imbrogli e cazzare le scotte delle vele del trinchetto, che furono bordate tutte insieme in non più di quindici secondi, con i pennoni in croce. Contemporaneamente vennero alzate quattro bandiere del codice internazionale dei segnali che vogliono dire “Ho le macchine in avaria”. E sì, perché il transito a vela per il canale navigabile è vietato anche a un dinghy, figuriamoci al Vespucci. Con la tramontana che soffiava forte non ci volle molto perché la nave si abbrivasse fino a otto nodi.

Foto n. 5 il Vespucci si avvicina al canale , quindi per ridurre la velocita, imbroglia il trevo di maestra e il controvelaccino. notare l’ancora appennellata, con le marre in acqua.

Con nostra meraviglia, appena il ponte fu aperto completamente, dal castello arrivò a lampi di luce il messaggio “Accelerate la vostra manovra”! Può darsi che fosse uno scherzo, ma Straulino andò su tutte le furie… Non passarono più di cinque minuti ed eravamo nel canale navigabile, con i pennoni più bassi che sovrastavano le due strade gremite di gente festante, tutte le vele del trinchetto piene da scoppiare, i baffi sotto i masconi: doveva essere uno spettacolo fantastico il Vespucci visto da terra”.

Foto n. 6. Il Vespucci invelato imbocca il canale navigabile.Acquerello cm 31X41- carta Arches 300 gr/mq colori Schmincke-

Al balcone dell’Ammiragliato, sulla sinistra verso la fine del transito attraverso il canale navigabile, l’ammiraglio saluta entusiasta.

Foto n. 7 Particolare della nave, i mezzo al canale navigabile, qui il vento è diminuito la nave si trova in una zona ridossata dalla tramontana fresca.

Foto n.8 particolare delle vele dell’albero di trinchetto, la nave si trova in mezzo al canale navigabile e la foto è stata scattata probabilmente dal castello Aragonese

 

Foto n. 9 Il Vespucci in mezzo al canale navigabile, si notano bene tutte le vele che sono state bordate. La foto è stata scattata da una persona del pubblico che assiepava la riva opposta al castello Aragonese.

“Rispondemmo al saluto ed eravamo già in Mar Grande, mentre il ponte si richiudeva dietro di noi. Continuammo così, in fil di ruota sotto il solo trinchetto completamente invelato fino alle ostruzioni del Mar Grande, superate le quali il Comandante mi affidò la nave, come mi aveva preannunciato. Venni all’orza, accostando a sinistra, in rotta per costeggiare il Salento fino a Santa Maria di Leuca, facendo al contempo bracciare i pennoni e bordando prima le gabbie e il trevo di maestra, poi anche il velaccio, ma tenni il controvelaccio e le vele della mezzana serrate, ricordando la forte tendenza orziera del Vespucci a quell’andatura. Avevo fatto alzare la trinchetta, il fiocco, il gran fiocco e il controfiocco e la nave governava con la barra al centro. La fiamma in testa d’albero di maestra indicava il vento esattamente al traverso, il Vespucci era ben inclinato, con gli oblò più bassi di sottovento chiusi perché andavano sott’acqua. La velocità era salita a 9,5 nodi. Mi dispiacque quando venne a rilevarmi il tenente di vascello preposto ai marinai, sarei rimasto a godermi lo spettacolo sul banco di quarto di sopravento per tutta la notte… Cenai col Comandante che si congratulò con me per come avevo svolto il servizio di ufficiale di guardia, cosa che naturalmente mi fece molto piacere: Straulino non era tipo da congratularsi tanto facilmente”.(1)

(1) dal libro di Giuliano Gallo ” il padrone del vento – La lunga vita felice di Agostino STRAULINO

Foto di Marcello Risolo

 

Il  miei acquerelli

Foto 10 : il mio primo acquerello :il Vespucci al comando di Agostino Straulino transita a vela per il canale navigabile di Taranto

L’acquerello è il quarto della serie ” Straulino e il Vespucci”

Acquerello cm 35×50 carta ” Arches” 300 gr/mq, colori Winsor & Newton

L’acquerello originale non è disponibile, disponibili stampe formato cm 31×45

se sei interessato alle stampe,  manda una mail di prenotazione.

 

Il Dipinto ad olio 

 

Nave Vespucci esce a vela dal canale navigabile di Taranto – Olio su tela cm 50×70

il Dipinto è disponibile per la vendita, invia una mail se se interessato.

10 Comments

  1. Walter

    Fantastica manovra,commentata grandiosamente…
    Sono commosso..

  2. È sempre un piacere leggere le gesta dell’Ammiraglio Straulino conosciuto ai tempi di Marivela, il racconto minuzioso e particolareggiato con i termini marinareschi è proprio bello e reale, complimenti

  3. Riccardo Garampi

    Un ricordo sempre forte nella mia memoria.

    • Piero Mattirolo

      Te crdo, Riccardo, tuo padre era comandante in seconda. Io invece due crociere di fila sul San Giorgio….

  4. Francesco

    Epica, ma la foto nr. 3 è già nella rada del Mar Grande… ben oltre il punto di non ritorno so bene cosa vuol dire “ponte bloccato” fuoco very rosso. Complimenti comunque.

  5. Marcello Risolo

    Sono l’autore di queste immagini fotografiche fortunosamente fatte quand’ero quindicenne ed assolutamente inconsapevole dell’importanza che avrebbero riscosso col passare degli anni. Sono sempre rimasto sbalordito come questo avvenimento eccezionale sia stato mancato dai numerosi studi fotografici tarantini; come mai non sapevano della partenza del Vespucci il mattino del 14 maggio 1965, mentre il sottoscritto si era facilmente informato interpellando un marinaio dell’equipaggio incontrato in via D’Aquino? Nessuno naturalmente sapeva che l’unità sarebbe transitata a vela, ma comunque sia era una ghiotta occasione fotografarla a Taranto.
    Ho sempre fermanente pensato che il Comandante Straulino non abbia rivelato mai le sue intenzioni e che abbia aspettato il momento della partenza per avere la certezza di poter approfittare delle giuste condizioni; quell’ancora a poppa mi sembrava strana, ora ho saputo il motivo della sua presenza.

    Ringrazio il Sig Feruglio per le informazioni e soprattutto apprezzo i due acquerelli.

    Marcello Risolo

    • alessandro

      Il suo commento è particolarmente gradito, in quanto aggiunge particolari molto importanti sulla vicenda. Sono anch’io convinto che il Comandante Straulino avesse in mente da tempo di effettuare questa impresa e quindi l’aveva a lungo meditata e che decise all’ultimo momento quando vide che le condizioni meteo la rendevano possibile

      Oltre a ringraziarla, per aver avuto questa brillante idea , per la quale abbiamo oggi una documentazione storica dell’evento , la ringrazio per l’apprezzamento sui miei dipinti.
      Sandro FERUGLIO

  6. Giancarlo

    Complimenti, un articolo molto ben descritto!! Ho navigato x 36.000 miglia dai 40 ruggenti ai 50 urlanti sino al Polo Sud… grande Comandante Straulino.. Orgoglio della Marina Militare Italiana!

  7. Agostino

    Pur essendo un montagnino questa è un’impresa che mi ha affascinato già dal 1965; la descrizione poi fatta da Giuliano Gallo fa venire i brividi. Presumo,vista la rarità delle fotografie,che non ci sia alcuna ripresa cinematografica ancorché amatoriale.

  8. Domenico

    Io Domenico Vidiri ero Sergente imbarcato sul Glorioso INCROCIATORE CLG551 GIUSEPPE GARIBALDI categoria RADARISTA, vidi l’uscita a VELE SPIEGATE, era il 14 maggio 1965venerdi
    .

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