Un’impresa senz’altro memorabile, la partecipazione Italiana a quello che, sul finire del 1800, era un argomento di grande interesse: le scoperte geografiche che andavano delineare i confini sconosciuti del nostro pianeta; fosse il raggiungimento delle sorgenti di un fiume africano, le vitte inviolate delle cime più alte ed ambite o, appunto, le terre sconosciute dei poli.
L’impresa è stata senz’alto celebrata ed illustrata in numerosi dipinti di valenti ed importanti artisti, l’idea di cimentarmi su questo argomento, mi stimolava per la descrizione delle luci radenti dell’autunno artico, i riflessi delle luci , gli spazi sterminati.
L’occasione di mettere su carta la mia interpretazione, è nata dalla scoperta che un mio carissimo amico, appassionato bibliofilo, possedeva una copia del libro, pubblicato nel 1903 che venne scritto dal promotore della spedizione Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi ( Ufficaile di Marina all’epoca ventiseienne), da Umberto Cagni , comandante in seconda, Capitano di Corvetta di 36 anni che materialmente raggiunse il punto più a nord, superando i record precedenti ( il 25 aprile del 1900 raggiunse latitudine 86° e 34′) e dal medico della spedizione Achille Cavalli Molinelli.
Da questo libro, preziosa fonte di informazioni e di documentazione fotografiche ho tratto l’iconografia che pubblico su questo articolo.
Gli Uomini
Riporto i dati ottenuti da Wikipedia:
Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia, duca degli Abruzzi (Madrid, 29 gennaio 1873 – Villaggio Duca degli Abruzzi, 18 marzo 1933), è stato un ammiraglio,esploratore e alpinista italiano.
Nel giro di poco più di un decennio, tra il 1897 e il 1909, ha compiuto le spedizioni che lo hanno reso internazionalmente celebre: nel 1897 la prima ascensione del Monte Saint Elias, inAlaska; nel 1900 la spedizione al Polo Nord che raggiunse la latitudine Nord più avanzata dell’epoca; nel 1906 l’esplorazione del massiccio africano del Ruwenzori e l’ascesa delle sue cime maggiori; nel 1909 la spedizione nel Karakorum, con il fallito tentativo di ascesa del K2 e il nuovo record mondiale di altitudine.
Durante la Prima guerra mondiale è stato al comando della flotta alleata. In seguito si è dedicato fino alla sua morte ad un innovativo progetto di sperimentazione agricola e di cooperazione con popolazioni locali in Somalia.
Lo stato maggiore di ” STELLA POLARE”
L’equipaggio italiano era inoltre composto da : il secondo nostromo Giacomo Cardenti, il marinaio Simone Canepa , il cuoco Gino Gini. Alla spedizione parteciparono inoltre quattro guide valdostane di Courmajeur Giuseppe Petigax, Alessio Fenouillet, Cipriano Savoie, Felice Ollier, quest’ ultimo faceva parte , con il norvegese Stokken del gruppo guidato dal Tenente di Vascello Francesco Querini ( addetto alle ricerche mineralogiche e braccio destro del comandante Cagni) che perirono nella marcia di avvicinamento al Polo e non rientrarono più alla base.
La nave
l brigantino a palo Stella Polare venne costruito a Sande Fjørd nel 1881 con il nome di Jason per un commerciante norvegese.
Veniva utilizzata per la caccia alle foche nel Mare Artico.
Scafo in legno. Lunghezza del ponte metri 40, larghezza 9,25. Pescaggio 5,50 metri.
Disponeva di un motore ausiliario di 60 cavalli nominali che imprimeva una velocità di 6,5 nodi.
Nel gennaio 1899 venne acquistata dall’Italia per utilizzarla in una spedizione scientifica e di esplorazione che, comandata dal Principe Luigi Amedeo di Savoia, allora ventiseienne Tenente di Vascello della Regia Marina, aveva lo scopo di raggiungere l’ancora inviolato Polo Artico.
Il bastimento venne portato nel cantiere di Colin Archer a Laurvik per le modifiche necessarie al nuovo compito.
Vennero rifatti gli interni e rinforzato lo scafo con nuovi sottochiglia, battura e paramezzale; nuovi puntali tra la chiglia ed i bagli di stiva e di ponte ed una serie di trincarini laterali correnti sulle ordinate per resistere all’enorme pressione che avrebbe esercitato il ghiaccio sulle fiancate.
L’armamento venne anch’esso modificato: da brigantino a palo fu ridotto a goletta a palo togliendo le vele quadre dalla maestra e sostituendole con randa e controranda per poter diminuire l’equipaggio.
Per l’acquisto e le modifiche della nave fu spesa la somma di Lire 300.000 dell’epoca.
Con il materiale, i viveri e le strumentazioni ed il personale la spesa totale della spedizione fu di Lire 922.000.
Il 28 maggio 1899, terminati i lavori, la Stella Polare lasciò Laurvik per Oslo.
Il 12 giugno alle undici, terminato l’imbarco delle provviste sufficienti per quattro anni, la Stella Polare partì da Oslo. Prima tappa di avvicinamento il porto di Arcangelo nel Mar Glaciale Artico.
Entrata nella Dvina, la nave giunse ad Arcangelo la mattina del 30 giugno. Imbarcò 121 cani siberiani da slitta ed una provvista di carbone.
Il 12 luglio la nave partì da Arcangelo verso l’Arcipelago dell’Imperatore Francesco Giuseppe, scoperto solo 26 anni prima, giungendovi il 20 luglio.
Il 10 agosto raggiunta l’Isola del Principe Rodolfo, non potendo più avanzare per l’ispessimento dei ghiacci, viene allestito il campo nella Baia di Teplitz invernale dove passare la notte artica.
Al termine della notte, lasciato l’equipaggio di guardia, il 20 febbraio 1900 la spedizione partì in tre gruppi con cani e slitte in direzione del Polo Nord.
Giunta con immani fatiche alla latitudine di 86° e 34′ Nord la spedizione, impossibilitata a proseguire, il 25 aprile 1900 iniziò il viaggio di ritorno alla Stella Polare, che venne raggiunta il 23 giugno.
Il secondo gruppo non fece più ritorno e dei suoi tre componenti non se ne seppe più nulla.
Liberata la nave dallo stretto abbraccio del ghiaccio con le mine e riparata una falla causata dalla pressione del ghiaccio, il 16 agosto si poté ripartire per il Sud.
Il 6 settembre 1900 la Stella Polare gettò le ancore nel porto norvegese di Tromsö portando a termine la spedizione.
Nel 1911, la nave fu donata al Comune di Roma, per essere utilizzata come “ricreatorio ed educatorio per l’addestramento dei giovani alla vita e agli esercizi marinareschi”.
La situazione della conquista del polo al momento della spedizione – Risultati delle spedizioni precedenti
Spedizione Payer ( 1874) ( Austrua – Ungheria) – scopritore dell’arcipelago Francvesco Giuseppe. Latitudine Raggiunta 82° 5′
” Parry (1877) ( GB) Lat. 82° 45′
” Markham (1876) (GB) Lat 83° 20′
” Lokwood (1882) (USA) Lat. 83° 24′
” Nansen (1895) ( NOR) Lat. 86° 14′
” Cagni (1900) (ITA) Lat. 86° 33′
Le rotte della Nave Stella Polare nell’arcipelago Francesco Giuseppe , per raggiungere il punto più a nord possibile
Posizione della Nave nella Baia di Teplitz
La Stella Polare raggiunge la Baia di Teplitz il 10 Agosto 1899. Qui la nave si fermerà , bloccata dal ghiaccio: la stagione è poco propizia perchè sta avanzando a grandi passi l’inverno artico.
” Ultimato lo sbarco dei materiali, cominciarono gli allenamenti fisici:
quotidiani percorsi con le slitte e con gli sci nei dintorni della capanna.
Essi furono sospesi temporaneamente quando la “Stella Polare”, pressata dai ghiacci, con sinistri scricchiolii si inclinò paurosamente su un fianco (8 settembre). Fu allora necessario al recupero ed alla salvaguardia della nave, che costituiva l’unico mezzo per il ritorno: essa fu completamente svuotata per
essere alleggerita, con la speranza che altre eventuali pressioni del ghiaccio sollevassero lo scafo senza ulteriormente danneggiarlo;si tamponò la falla
che si era aperta sul fianco destro; si protessero adeguatamente i motori contro il gelo.
Ripresi gli allenamenti, che dal 15 ottobre ormai si svolgevano alternativamente per quindici giorni al chiaro della luna, e per altri quindici nel grigiore della lunga
notte polare, si verificò un grave infortunio al Duca Luigi Amedeo di Savoia:
egli precipitò, insieme a due compagni, da un costone di ghiaccio; e nei tentativi
di togliersi da tale situazione, gli si congelarono le estremità di due dita, che poi a
gennaio dovettero essere amputate.
Questi inconvenienti non toglievano l’allegria al gruppo, che coglieva ogni occasione per festeggiare: il compleanno della Regina (20 novembre),
quello di Cavalli Molinelli (16 dicembre), quello di Querini (20 dicembre)…”
“Il Natale fu da noi festeggiato con la maggior pompa possibile… Si fece una specie di albero di Natale. Il tronco di pino era costituito dai pali della nostra tenda
, sui quali si collocò una buona parte dei regali, mentre per i più beli si fece una grande lotteria…. Si avvicinava la fine dell’anno, ed anche questa
festa fu celebrata con tutto l’entusiasmo possibile. Chi più contribuì all’allegria di quei giorni fu il dottore .Si prepararono fuochi d’artificio coi nostri razzi e colle fontane
luminose, per dare a mezzanotte il benvenuto al nuovo anno, ultimo del secolo morente. Col cannoncino di bordo, giunta la mezzanotte, si spararono grandi salve, mentre i marinai bruciavano fontane piriche e lanciavano razzi, e sul ghiaccio intorno alla tenda ardevano mucchi di legna imbevuti di petrolio, gettando
una luce biancastra sul ghiaccio circostante.”
Il 21 gennaio la notte polare aveva termine”.Era il momento di preparare la fase finale della spedizione, la cui meta, nei progetti, era il Polo Nord, che nessuno prima aveva conquistato.
In marcia verso il Polo Nord
“Il piano per realizzare l’impresa prevedeva la formazione di tre gruppi di tre uomini ciascuno: il principale con viveri per novanta giorni (45 per la marcia verso il Polo e 45 per il ritorno);
il secondo, con viveri per sessanta giorni, ed il primo, con viveri per trenta giorni. Il Duca degli Abruzzi, a causa dell’infortunio subito, cedette il comando al capitano Umberto Cagni.
Questi partiva con i compagni il 21 febbraio 1900, ma dopo appena due giorni era costretto a rientrare alla base per una serie di difficoltà intervenute. Tenuto conto delle esperienze fatte, si
rinnovarono meticolosamente i preparativi, e fu modificato il piano iniziale: un quarto uomo fu unito al primo gruppo; i tempi di marcia di ciascun gruppo furono ridotti rispettivamente a dodici, ventiquattro e trentasei giorni; il tenente di vascello Francesco Querini, il medico di I classe Pietro Achille Cavalli Molinelli, il capitano di corvetta Umberto Cagni, i tre comandanti.
Un gruppo ausiliario doveva accompagnare per i primi due giorni gli altri tre. Ciascuno dei tre gruppi era dotato di quattro slitte; l’ausiliario ne aveva una sola.Ogni slitta, trainata da sette o
nove cani, portava un carico di oltre 250 chilogrammi. La suddivisione in gruppi era giustificata dal fatto che un gruppo solo non poteva trasportare scorte sufficienti per l’intera spedizione.”
Domenica 21 marzo la carovana di uomini, cani e slitte si metteva in movimento. “la spedizione il
slitta si componeva di dieci persone divise in tre gruppi. Ogni gruppo, per ripararsi dalle intemperie
durante le fermate ed il riposo notturno, era fornito di una tenda da campo di seta. Mezzo di difesa
indispensabile per creare un rifugio contro le bufere di vento e di nevischio.
Un sacco di pelle di renna col pelo all’interno, in comune per il gruppo, a tre o quattro posti a
seconda del numero delle persone, serviva per dormire. Ciascuno poi aveva un sacco individuale di
tessuto di lana sottile imbottita di piumino, entro il quale prima si infilava, per entrare poi insieme ai
compagni nel sacco comune di pelle di renna”.
Quasi impossibile elencare tutti gli ostacoli e le avversità che ritardarono la marcia della spedizione:
prima fra tutti la bassissima temperatura (spesso vicina ai – 40°), il vento, il nevischio gelato, le asperità
del terreno… ma la forza d’animo e la tenacia dei partecipanti alla coraggiosa impresa fu superiore ad
ogni contrarietà.
Il 23 marzo il primo gruppo, come stabilito alla partenza, prese la via del ritorno; lo componevano
tre uomini invece dei quattro previsti. Essi erano in tenente Querini, la guida Ollier ed il norvegese
Stökken: non arriveranno mai alla capanna, e vane saranno tutte le ricerche per ritrovarli.
Il 31 marzo, con alcuni giorni di anticipo rispetto al previsto, e dopo aver raggiunto 83° 16’ di
latitudine, anche Pietro Achille Cavalli Molinelli, insieme a Cardenti e Savoie, si dirigeva verso la base di
partenza. La raggiungeranno il 18 Aprile.
Il capitano Cagni, con tre compagni (Fenoillet, Petigax e Canepa) considerate le scorte di cui
disponeva, poteva procedere ancora per 18 giorni prima di invertire il cammino. Avanzò invece,
riducendo le razioni giornaliere, fino al 24 aprile, quando raggiunse 86° e 34’ di latitudine Nord: non era
il Polo, ma era comunque un invidiabile primato che superava quello precedente del norvegese Nansen. Il
gruppo aveva a quel punto trenta giorni di viveri, quattro slitte e trentaquattro cani. Arriverà ala capanna
il 23 giugno, dopo due mesi di incredibili disagi, di sforzi sovrumani, di lotta contro la fame, contro il
pack che la deriva spingeva verso il Nord rendendo vane intere giornate di cammino, contro il disgelo
che apriva nel giaccio mille canali durissimi da attraversare o da aggirare…: un’impresa davvero epica
Il rientro in Norvegia
Poco dopo il rientro dei cani cominciarono le operazioni per liberare la “Stella Polare” dai ghiacci e per rimetterla in condizioni di navigare. Non furono operazioni semplici: si dovette ricorrere alle mine e ad un continuo e faticoso lavoro di braccia. L’8 agosto finalmente, ad 11 mesi esatti dal suo rovesciamento laterale, la nave cominciò a muoversi e ad raddrizzarsi. Il 16 agosto lasciava la baia di Teplitz. Il 5 settembre toccava le coste della Norvegia, terminando così la sua splendida avventura.
La conquista del Polo Nord ( da wikipedia)
Francesco Querini era nato a Milano il 16 dicembre dell’anno 1867. Checco come si firmava entrò, in rispetto alle tradizioni veneziane di famiglia, all’Accademia Navale il 1 maggio 1891: Sottotenente di Vascello il 16 aprile 1893 e Tenente di Vascello il 16 maggio 1896. Già nel 1892 è imbarcato per un viaggio che inaspettatamente gli procurerà onori: la campagna d’Africa e l’instaurazione di rapporti diplomatici e commerciali coi porti toccati della costa orientale dell’Africa cosa che lo porta a reggere il Consolato del Sultanato di Zanzibar. Era questa una delle chiavi per controllare la costa Somala del Benadir. L’improvvisato, ma accorto diplomatico giunge a stipulare l’accordo del protettorato dell’Italia su queste terre. Dal 1894 al 1897 corre un triennio fatto di studi, di destinazioni a terra e di imbarchi. Sulla Re Umberto, nel 1897 si trova nelle acque dell’isola di Creta (già veneziana) dove Turchi e Greci si contendono il predominio sull’Isola. Per evitare massacri le grandi potenze avevano qui concentrato squadre navali imponenti sotto il comando supremo dell’Ammiraglio italiano Canevaro, che dovette dichiarare il blocco dell’isola. Il 2 di marzo 1897 i gendarmi turchi si ribellano e prendono in ostaggio il loro Comandante. Tre plotoni di marinai, uno austriaco, uno russo, uno italiano (Querini), sbarcano per procedere all’arresto e al disarmo dei rivoltosi. Il plotone italiano penetra all’interno dove s’erano asserragliati i rivoltosi e libera il comandante. Avrà l’Argento per l’azione. Il suo nome corre per i comandi e nel 1899 un telegramma del Capitano di Corvetta Umberto Cagni, ufficiale d’ordinanza del Duca degli Abruzzi, lo chiama a Torino per conferire con S.A.. Querini, allora destinato a Taranto, si era offerto con altri per far parte della progettata spedizione al Polo ed era stato prescelto. Si reca a Venezia per salutare la famiglia. La sua tranquillità, la sua fiducia rianimano i genitori. La spedizione sarebbe partita il 12 giugno 1899.
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Bravo Alessandro,
Fatto molto bene. Quelli erano dei grandi uomini, dei veri marinai. Purtroppo ultimamente quegli stampi si sono persi.
Un caro abbraccio e Buona Pasqua
Enzo Turco
Da una mia amica di Torino, facendo delle pulizie in soffitta è venuto fuori il diario di bordo della Stella Polare. Oltre il valore storico vorrei conoscere quanto puo’ valere in termini economici e a chi bisogna rivolgersi. Grazie
Non nominate l’ammiraglio Roberto Lubelli dei baroni di Serrano…..anche lui contribuì al successo della spedizione….
Ho letto i nomi dei partecipanti alla spedizione al Polo Nord col Duca degli Abruzzi. Non ho trovato quello di don Giuseppe MAURIZI nato a Bologna nel 1870, luminare nella fisica e matematica pura. osservatore alla specola vaticana in occasione di passaggi e comparse di astri compiendo a tale scopo viaggi nell’ Europa Orientale e nell’ Asia. Alla spedizione vi partecipò on forma privatissima.
Salve Giuseppe..mi da la sua email per poterla contattare…riguardo il diario.
Ultimamente ho letto della spedizione della World Arctic Fund e del capitano Simone Orlandini, una spedizione di ricerca che tocchera latitudini prossime 82,50 N con delle barche a vela, in cerca del dirigibile Italia e una seri ricerche scientifiche… Gli Italiani rimangono ancora i migliori !!! forza Italia !!!
Mi interesserebbero le notizie al riguardo dell’Ammiraglio Lubelli che chiederei al felice possessore del diario.
Il 7 gennaio stiamo intitolando il Museo all’Ammiraglio Lubelli. Gli eredi chi hanno consegnato alcune divise ed alcuni indumenti civili oltre ad un pellicciotto che sembra essere stato utilizzato dall’ammiraglio durante tale spedizione. La slitta che era in possesso degli eredi è stata donata anni fa ad un museo a trieste
Per cortesia se avete notizie potete inviarle a “museo.forzearmate@libero.it” per informazione il museo si trova a Botrugmno-Lecce ed era di proprietà del Marchese Guarini consorte della sorella dell’Ammiraglio Lubelli morto a Lecce e seppellito nella cappella gentilizia dei Guarini a Botrugno fino a 25 anni fa che è stato trasaferito aSerrano nella cappella gentilizia del Lubelli
Cristiano che informazioni hai al riguardo dell’Ammiraglio Lubelli?? puoi dirmi qualcosa??
Mandami il tuo numero di telefono sulla mail del museo che ti contatto
Buona giornata Aldo
Passeggiando ieri per Venezia ho trovato la lapide che ricorda Francesco Querini. Le parole che vi ho letto mi hanno molto colpito e spinto a saperne di più. Sono giunto su questo sito dopo una breve ricerca. Lo trovo molto ben fatto. Grazie.
BUONGIORNO,E EMOZIONANTE LEGGERE QUESTI DATI STORICI.
Buonasera, sto cercando da tempo notizie di Giacomo Cardenti, nostromo di birdo della stella Polare, sarei grato se qualcuno potesse aiutarmi.
Luogo di nascita, luogo di morte e seppellimento, eventuali discendenti. Grazie